Cosa fare dopo l’intervento e prima: la riabilitazione del pavimento pelvico maschile
Non tutti sanno che esiste una riabilitazione per i problemi di incontinenza, non tutti sanno che anche gli uomini hanno problemi di incontinenza, e non tutti sanno che dopo un intervento di prostatectomia radicale si incorre con un’indice di rischio intorno al 30%-40% di incappare in una incontinenza dal grado severo al grado lieve.
Il problema è serio e noi uomini, (scrive il dott. Simone Cocchiara fisioterapista specializzato nella riabilitazione del pavimento pelvico) non siamo nè abituati a questi tipi di problemi, nè mentalizzati nell’avere queste tipologie di problemi, e si la nostra architettura maschile e la mancanza di sollecitazioni come quella del parto ci fanno pensare a questa tipologia di problema solo quando insorge il problema Prostata.
Altri problemi ci attanagliano siamo portati a subire problematiche legate alla sessualità, ma quello è un altro capitolo, e siamo possibilmente abituati al pensiero che potremmo soffrire di problemi legati a varici del plesso emorroidale, ma l’incontinenza no!
Ok affrontiamo il problema, il primo passo è parlarne ed informarsi sull’argomento da fonti accreditate, oggi ti do 2 numeri io, le prostatectomie radicali in Italia superano le 20000 l’anno ci cui la maggior parte in chirurgia robotica. Ed il nostro consiglio è di affidarsi ad una chirurgia “robotica nerve spearing” (salva il nervo otturatore e neurovascolari), poiché riduce ulteriormente l’impatto di questo intervento (meno danni).
I numeri che ci interessano sono :
-Rischio di linforrea e linfocele 0,6-2%
-Rischio di lesioni al nervo otturatorio, rischio 0,1%
-Rischio di stenosi dell’anastomosi uretrovescicale 0,6-32% dei casi.
(dati estratti dalle linee guida AURO).
-Rischio di Incontinenza fecale: rarissima e solo in caso di prostatectomia per via perineale.
-Rischio di Incontinenza urinaria: dopo la rimozione del catetere vescicale è frequente un periodo di incontinenza urinaria. Tale fenomeno si risolve nel 95-96% dei pazienti (linee guida AURO). Il periodo di ripresa necessario è variabile e va da alcune settimane a alcuni mesi e non è prevedibile da soggetto a soggetto ed in base alla tipologia di intervento.
Nei casi in cui l’incontinenza risulterà persistente si dovrà procedere ad ulteriori procedure.
Sinteticamente sono a disposizione:
- fisiochinesiterapia riabilitativa perineale;
- sostanze che introdotte attraverso l’uretra sono in grado di amplificare l’attività sfinterica e quindi correggere l’incontinenza;
- sling, ossia banderelle di materiale biocompatibile che poste a cavallo dell’uretra riducono il grado di incontinenza;
- sfintere artificiale ovvero un meccanismo biomedico combinato che funge da nuovo sfintere e può essere comandato direttamente dal paziente.
– Disfunzione erettile: molto importanti sono la capacità erettile del paziente prima dell’intervento, l’età del paziente e la possibilità di eseguire una chirurgia radicale nerve-sparing (ossia con risparmio dei nervi durante la prostatectomia). Maggiore sarà l’e tà del paziente e peggiore la malattia e più raro risulterà la capacità di riprendere erezioni spontanee. Esiste una variazione notevole per quanto riguarda il recupero della funzione erettile. Controllando i dati in letteratura il rischio va dal 9-86% (5).
Nella fase post-operatoria sono tuttavia disponibili farmaci (per via orale o intracavernosa).
Fonte: Umanitas
Dunque i numeri sono ovviamente il nostro problema anche perché si sono fatti grossi passi avanti per ridurre al minimo le complicanze peggiori ma come vediamo quello dell’ incontinenza rimane un problema imprevedibile.
Come facciamo a fare del nostro meglio per ridurre l’impatto dell’incontinenza?
L’esercizio terapeutico nell’incontinenza è la prima linea di intervento in tutti i casi clinici! La fisioterapia è una soluzione che è risolutiva nel 96% dei casi.
Previeni prima di creare il danno, se devi sottoporti ad una chirurgia la fisioterapia preoperatoria può essere la strada corretta per ridurre al minimo il rischio di incontinenza, capire e conoscere il tuo nemico prima di affrontarlo ti pone in una posizione di vantagio.
La riabilitazione precoce è la strada vincente, L’indomani dalla rimozione del catetere vescicale sarai in ogni caso incontinente, inizia da subito ad eseguire gli esercizi di kegel (esercizi di rinforzo del pavimento pelvico), non aspettare che la situazione si risolva da se e ti faccia entrare in un circolo vizioso di depressione, ansia e sconforto, inizia da subito a quantificare le perdite e a vedere i miglioramenti nei giorni e settimane che passano con gli esercizi e vedrai sempre il bicchiere mezzo pieno.
Come fare per incontinenza dopo il mio intervento alla prostata radicale