Emicrania: non un semplice mal di testa

  • 21 Giugno 2024

 

L’emicrania è un disordine neurologico caratterizzato da episodi ricorrenti di mal di testa ad intensità da moderata a severa. Si stima che le donne soffrano di emicrania fino a 4 volte più degli uomini e riguarda per lo più persone in età lavorativa ed esordisce, in genere, in età giovanile. Le caratteristiche dell’emicrania la rendono estremamente debilitante, può avere ripercussioni sull’attività lavorativa, sportiva e sociale, oltre che sulla salute mentale e fisica.

 

Dolore: caratteristiche e durata

Il dolore causato dall’emicrania può essere molto severo e comporta anche la presenza di nausea, vomito, fastidio alla luce e ai rumori. L’emicrania solitamente è “pulsante” e peggiora se ci si trova a fare qualche attività, sia fisica che mentale (fare dei calcoli, leggere libri, ecc…).

La durata dell’attacco di emicrania, se non contrastato in tempo col farmaco sintomatico, può essere da 4 ore fino a 72 ore. Dopo la fase acuta di emicrania segue un periodo di alcuni giorni in cui la persona può sentirsi stordita, stanca, annebbiata, e nei casi più gravi di emicrania questi sintomi fanno da “ponte” ad un successivo attacco, lasciando il paziente costantemente nel dolore o nello stordimento.

Nei pazienti che soffrono di emicrania il cervello è più sensibile anche ai normali stimoli dell’ambiente esterno, questi sommati a quelli provenienti dal corpo (es. mal di pancia, dolore muscolare…), portano il cervello ad un livello molto alto di stress costringendolo a reagire: attacco di emicrania. Chi soffre di emicrania solitamente è in grado di capire se e quando sta per arrivare un attacco. Infatti, da qualche ora prima fino anche a uno o due giorni prima possono manifestarsi alcuni sintomi detti premonitori: eccessiva stanchezza, difficoltà a concentrarsi, fastidio alla luce e/o ai rumori, nausea, inappetenza o eccessivo appetito, eccessiva sete, offuscamento della vista, ecc.

Tipologie di emicrania

Si distinguono due tipi di emicrania, con aura e senza aura. Nei casi di emicrania con aura possono verificarsi alcuni sintomi neurologici transitori fino ad un’ora prima dell’attacco. In genere sono dei sintomi “visivi”, ad esempio l’offuscamento della vista o la comparsa di macchioline nere o, ancora, di flash nel campo visivo.

 

I farmaci sono sempre un aiuto valido?

Per i pazienti che soffrono di emicrania l’approccio farmacologico è senza dubbio necessario. Spesso, però, si assiste a situazioni in cui i farmaci stessi diventano uno degli stimoli esterni che contribuiscono ad avere un attacco di emicrania. Questo accade quando i pazienti assumono troppi farmaci sintomatici: più di 15 antidolorifici (Brufen, Oki, Moment, ecc…) o 10 triptani al mese sono ritenuti sufficienti per delineare una condizione di abuso di farmaci.

 

Specialisti da consultare

Richiedere una consulenza da un neurologo specializzato nella gestione dell’emicrania è il primo passo da fare. Il neurologo potrà valutare la necessità di una terapia farmacologica in grado di prevenire l’insorgenza dell’attacco in modo da alleggerire la quantità di farmaci sintomatici assunti mensilmente, o di modificare la terapia.

La fisioterapia per l’emicrania è ormai riconosciuta come di pari importanza alla cura farmacologica. Nove pazienti su dieci che soffrono di emicrania, infatti, presentano anche delle condizioni croniche di dolore muscolo-scheletrico che nella maggior parte delle volte sono localizzate tra testa e collo. Sono un esempio i classici dolori cervicali, muscolari, la tensione che si avverte a livello del viso o della parte posteriore del capo e i dolori all’articolazione temporo-mandibolare. Il trattamento di queste condizioni porta alla riduzione di durata, frequenza, intensità degli attacchi di emicrania, quindi anche disabilità e grandi quantità di farmaci assunti. La chiave per la riuscita del trattamento dell’emicrania sta nel saper dosare ciascuna tecnica manuale o di esercizio in base alle caratteristiche di ciascun paziente, per questo motivo tutti i trattamenti sono personalizzati e non può esistere una terapia standard.

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