Clinica del Mal di Schiena

  • 15 Giugno 2017

Farmaci e Mal di Schiena: Sono davvero una scelta terapeutica efficace e corretta?

Spesso alle persone viene consigliato d’assumere farmaci di ogni genere e di ogni tipo per risolvere problemi di tipologia Muscolo-Scheletrica cioè MECCANICI.

Se pensiamo al mal di schiena i primi approcci terapeutici vengono indirizzati e consigliati con terapia farmacologica, consigliando l’assunzione o da parte di medici o per “sentito dire dalla vicina di casa”  , di farmaci antidolorifici (tachipirina) o antinfiammatori non steridei FANS (moment, Voltaren, aspirina, oki….) allo scopo di far passare il dolore.

Ma siamo sicuri che sia la scelta terapeutica più efficace e corretta?

Come molti non sanno il mal di schiena è una problematica molto comune che colpisce l’85% della popolazione mondiale che avrà almeno una volta nella sua vita un episodio di dolore lombare.

I dati ci dicono che:

Diffusione ed epidemiologia

Secondo i dati raccolti dalla Fondazione ISAL, il mal di schiena colpisce almeno una volta nella vita fino all’80% della popolazione, con una prevalenza annuale del 40%. La fascia di età più interessata è quella da 30 a 45 anni. Il più frequente dei mal di schiena è la lombalgia (o “Low back pain”), che riguarda la parte del corpo tra il dorso e i fianchi. Secondo diverse ricerche internazionale, nel corso di un anno 7 persone su 10 manifestano episodi isolati di lombalgia, mentre tra il 30 e il 40% degli adulti soffre di crisi tanto intense da indurli ad assumere farmaci o a chiedere sospensioni dal lavoro.

Secondo un’elaborazione della Regione, in Emilia-Romagna il mal di schiena è la quarta causa di ricovero (considerando l’intera popolazione regionale ed escludendo l’ernia del disco) dopo le malattie dell’apparato digerente, l’insufficienza cardiaca e la calcolosi.

La lombalgia cronica

La lombalgia cronica è definita come il persistere di dolori lombari oltre i sei mesi, dopo l’insuccesso di due trattamenti, per lo più farmacologici e di fisiochinesiterapia. In Italia riguarda il 6% della popolazione. Di lombalgia cronica soffre fino al 40% delle persone sottoposte a interventi chirurgici alla colonna vertebrale. È la cosiddetta “failed back surgery syndrome”.

Sempre la fondazione  ISAL consiglia:

Il percorso diagnostico e terapeutico

Un corretto approccio al mal di schiena, in grado di tenerne sotto controllo la sintomatologia dolorosa, si basa innanzitutto sull’individuazione delle cause (l’eziologia) e quindi su terapie conservative o invasive. Nel caso di dolore acuto alla schiena (la sciatica, ovvero il classico colpo della strega), il riposo a letto è sconsigliato: il movimento, per quanto possa provocare dolore, evita infatti l’indebolimento precoce dei muscoli. Meglio, quindi, mantenere per quanto possibile le abitudini quotidiane, seguendo buone regole di comportamento (evitare i sollevamenti, le torsioni del busto e le posizioni ferme mantenute a lungo), programmi di riabilitazione e un piano di cure per controllare il dolore.

L’assunzione di farmaci va valutata insieme al medico

Dunque si evince che i programmi riabilitativi ed i programmi di cure per controllare il dolore sono il primo approccio consigliato nella cura del mal di schiena, e già nel 1997 una pubblicazione (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1752367/pdf/v056p00214.pdf) di una revisione della letteratura dunque un importante studio scientifico mostra come i farmaci FANS (OKI, aulin, Voltaren…) sono del tutto inutili nel mal di schiena ed offrono benefici appena maggiori rispetto ad un placebo, ma di contro i FANS sono associati ad un rischio 2 volte maggiore maggiore di effetti collaterali come sanguinamento ed ulcere gastriche. Seguentemente nel 2008 si ribadisce il concetto con studi scientifici ancora più importanti nella seguente publicazione Cochrane “il massimo della ricerca”  (http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/14651858.CD000396.pub3/full) che afferma come i farmaci antinfiammatori risultano avere un debole effetto nel breve termine in pazienti con mal di schiena, ma le evidenze scientifiche provengono da studi di scarsa qualità metodologica. Inoltre, i farmaci antifiniammatori non sembrano avere un’efficacia maggiore rispetto a farmaci antidolorifici (Paracetamolo – Tachipirina ad esempio).

Dunque perchè prendere farmaci che ci danno solo un lieve sollievo e per poco tempo e sono potenzialmente molto dannosi e non affrontare il problema partendo da dove si instaura per risolverlo nel migliore dei modi?

E per quanto riguarda la sindrome radicolare (anche detta “sciatica”)?

Anche qui la Cochrane Collaboration ci viene in soccorso con una revisione odierna Ottobre 2016 (http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/14651858.CD012382/full) , nella quale viene evidenziato come i FANS non siano più efficaci del placebo nel ridurre il dolore in pazienti con sciatica: anzi, l’impiego di questi farmaci è correlato ad una maggiore insorgenza di effetti collaterali.

Come posso allora gestire il mio mal di schiena?

Tutte le linee guida sanitarie sono concordi che il riposo a letto e la limitazione delle attività quotidiane sono da evitare nei pazienti con mal di schiena, anche in fase acuta: rimanere attivi, esercizio fisico e movimento sono gli ingredienti ottimali per una risoluzione dal dolore.

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